Corona d’alloro laurea, qual è il suo significato?

In molte culture, tra cui la nostra, è diffuso il rito della corona d’alloro laurea. Si tratta di un atto simbolico che rappresenta il riconoscimento, il raggiungimento del traguardo accademico, la conoscenza maturata negli anni del percorso universitario e culminata con l’ultimo elaborato e la discussione finale del lavoro di ricerca. Di solito, la corona d’alloro laurea è posta sulla testa del laureato da una figura autorevole, come il rettore dell’università o un professore, durante la cerimonia di laurea. Tuttavia, le tradizioni possono variare da un’istituzione all’altra e da un Paese all’altro. È sempre meglio verificare presso la propria università o l’istituzione che si frequenta per capire chi ha il compito di mettere la corona d’alloro alla laureata o al laureato durante la cerimonia specifica e come è bene comportarsi. 

Il significato della corona d’alloro della laurea 

L’alloro è spesso associato alla laurea e ha una lunga storia simbolica nelle tradizioni accademiche. È considerato un simbolo di onore, vittoria e conoscenza. Come accennato, la corona d’alloro per la laurea rappresenta l’eccellenza accademica e il raggiungimento di un obiettivo educativo significativo. Nell’antica Grecia e a Roma, l’alloro era associato alle divinità della conoscenza e dell’intelletto, come Apollo e Minerva. Presso i popoli antichi la corona d’alloro spettava alle persone di grande merito, come poeti, atleti e studiosi. La tradizione legata alla laurea e all’alloro dunque simboleggia anche una continuità con la nostra storia e rappresenta un rito tramandato nei secoli e connesso al sapere e al successo. 

Cosa fare con la corona di alloro dopo la laurea? 

Dopo la cerimonia universitaria le corone di alloro per la laurea possono essere fatte essiccare e conservate come ricordo speciale. Alcune persone le trasformano in piccole opere come quadri, decorazioni o altri oggetti artistici. Si possono riporre in un posto speciale, come una scatola o un telaio, per tenerle al sicuro e rivederle in futuro come simbolo concreto del proprio impegno e del conseguimento di un importante traguardo. Alcuni decidono di esporre le proprie corone d’alloro per laurea in casa o in ufficio come ricordo delle sfide che hanno affrontato e superato, un cimelio da condividere con familiari, colleghi e persone care. Se si preferisce, però, ci si può informare per fare una donazione a un’organizzazione o a un museo locale o per smaltirla in modo ecologico. In alcune culture o istituzioni, le corone di alloro sono restituite o raccolte dopo la cerimonia di laurea per essere riutilizzate nelle successive cerimonie accademiche.

Come si chiama la corona d’alloro per i laureati?

Il nome in latino della corona d’alloro è corona triumphalis. Oggi si parla comunemente di corona di laurea o corona d’alloro per la laurea. I termini, comunque, si riferiscono alla corona fatta di foglie di alloro intrecciate o modellate in una forma circolare, che viene posta sulla testa dei laureati durante le cerimonie di laurea. A parte il significato della corona d’alloro – onore, prestigio, conoscenza – la composizione può essere caratterizzata da un colore specifico, spesso presente su un nastro aggiuntivo – che è quello dell’Università o della Facoltà di appartenenza o ancora, se queste lo consentono e non vi sono problemi, può essere personalizzata. In generale, il rosso è il tipico colore che si utilizza per i laureati e che deriva dall’antica Roma, tipico della toga indossata da personalità influenti. Data l’importanza della corona di alloro e del significato a essa associato, è consuetudine che essa venga acquistata già pronta, o fatta realizzare appositamente, su richiesta di un parente o una persona molto vicina a chi si laurea, che abbia condiviso con lei o lui il percorso di vita. 

Pensare ai dettagli non di poco conto della cerimonia di laurea è importante e aiuta a focalizzarsi mentalmente su quel traguardo. Ma non bisogna dimenticare di fare una revisione puntuale ed efficace della tua tesi prima di consegnarla.  

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